Non ci sono parole per salutare un amico che cammina altrove
allora prendo a prestito una poesia africana che amo
e che a me ha insegnato tanto sulla morte.
Buon viaggio Federico e arrivederci
"Ascolta più spesso le cose
che gli Esseri.
La voce del Fuoco si ode,
Odi la voce dell'Acqua.
Ascolta nel Vento
Il Cespuglio in singhiozzi:
E' il soffio degli Antenati.
Quelli che sono morti non se ne sono mai andati;
Sono nell'Ombra che si rischiara
E nell'Ombra che si ispessisce.
I Morti non sono sotto la Terra:
Sono nell'Albero che stormisce,
Sono nel Bosco che geme,
Sono nell'Acqua che scorre,
Sono nell'Acqua che dorme,
Sono nella Capanna, sono nella Folla:
I Morti non sono morti.
Ascolta più spesso le cose
che gli Esseri.
La voce del Fuoco si ode,
Odi la voce dell'Acqua.
Ascolta nel Vento
Il Cespuglio in singhiozzi:
E' il soffio degli Antenati,
Il soffio degli antenati morti
che non sono andati via,
che non sono sottoterra,
che non sono morti.
Coloro che sono morti non se ne sono mai andati:
Sono nel seno della Donna,
Sono nel Bambino che vagisce
E nel Tizzone che si accende.
I morti non sono sotto la terra.
Sono nel Fuoco che si spegne,
Sono nella Roccia che geme,
Sono nelle Erbe che piangono,
Sono nella Foresta, sono nella Dimora.
I Morti non sono morti."
(Birago Diop da I racconti di Amadou Koumba)
mercoledì 24 settembre 2008
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