sabato 23 giugno 2007

Siete una fiera ... da donata




… non “state organizzando una fiera”, ma “siete una fiera”; questo il mio pensiero rispetto a Claudia e Teresa, che da mesi, ormai quasi un anno, riflettevano su Tuttaunaltracosa a Galatina.
Sogni enormi, ma solo i sogni mettono in moto le carovane, e così prima di lasciare questa calda, accogliente, “africana”, disorganizzata terra del Salento, dove tutto avverrà “domani”, ecco una descrizione della fiera.
Erano previsti:
- piloni di ponteggi con meravigliose foto sulla via delle spezie ad accogliere i visitatori all’entrata
- pannelli sospesi con centinaia di cartoline sempre a tema via delle spezie, da cui i visitatori avrebbero potuto sfilare le cartoline più gradite e portarle a casa come ricordo della fiera nazionale del commercio equo approdata in Salento
- stand confortevoli con aria condizionata, tavoli, sedie…
- pranzi e cene luculliane per gli standisti
Invece abbiamo rimediato:
- una entrata con appezzamenti di prato che andava bagnato ogni due ore o diventava magicamente fieno...
- tendoni molto aerodinamici, tanto che il vento ci è spirato sotto con allegria, scaravoltando gli stand di Terre solidali, Filò, Equomercato, Coordinamento botteghe di Brindisi, Emporio equosolidale, Ravinala…. Ma per fortuna una volta sola.
- Due pannelli montati dai partecipanti al campo internazionale di formazione al commercio equo, Tuttounaltrocampo, che Assobotteghe ha organizzato magicamente in corrispondenza della fiera (anche).
- Un caldo bestia alla sera negli stand nei padiglioni perché l’aria condizionata era inagibile
- Il bar della fiera aperto solo talvolta
- La ricerca disperata di tavoli e sedie che non volevano mai arrivare
Ma anche:
- Un meraviglioso forno a legna in cui Giovanni, mitico fornaio, cuoceva costantemente pane piccante e pane normale, pizze Salentine, pucce, stumpato di grano. Chi non sa cosa sono le pucce e lo stumpato di grano peggio per lui.
- Infilate nell’ordito dei pannelli una trama di centinaia di cartoline incollate… e sul palco del punto di incontro cesti di cartoline a disposizione di standisti e visitatori
- Il gioco “cerca la cartolina” con decine di persone alla ricerca della collezione completa delle cartoline, 26 immagini differenti ma tutte mischiate….
- Passato lo stress iniziale, un sacco di chiacchiere tra gli standisti, e gite al mare al mattino, e standisti dal colore cangiante dal rosa al fuxia col passar dei giorni e delle ore… vero Elena di Equoland?
- Una serie di concerti estemporanei, dopo le 2,00 di notte, quando Piero dell’Ente Fiera voleva farci sgomberare ma il Negramaro a fiumi ci tratteneva a suonare con ogni genere di strumento, senegalesi e peruviani e malgasci e italiani insieme in un’armonia sbalorditiva
- Tutti che aiutavano i disastrati dal vento a raccogliere i prodotti volati via
- Un pranzo imprevisto e gratuito, il giovedì, mentre si montava, a cura dei giovani di Tuttounaltrocampo, con gli standisti che letteralmente condividevano la stessa minestra (nel senso di pentolone di pasta al pili pili di Equomercato)
- Il Negramaro, vino tipico, che ha prodotto diversi ubriachi persi, gratuito nelle tazze di Equoland (queste però bisognava comprarle, per avere il vino gratis)
- Chiacchiere con Beker sulla lentezza, e mai luogo è stato più appropriato
- Incontri, incontri, incontri, sulla Palestina, i detersivi equosolidali di Limpha, le università, l’altropallone, ma anche la legge malgascia sul commercio equo e il progetto di Preda dell’angelo Nelly
- Divertitissimo stupore di molti, soprattutto dei politici e dell’ambasciatore malgascio, alla vista dei quaderni di cacca di elefante di Vagamondi
- Notti insonni sulla spiaggia e croissant freschissimi alle 5 del mattino a Gallipoli
- Le lacrime della Doni stressantissima la domenica sera e un cuore blu per l’Africa, di pietra saponaria africana, in regalo dalle ragazze (e dai ragazzi) di Tuttounaltrocampo
- Le lacrime delle due giapponesine, Tomomi e Chi-oo (chissà se si scrive così), che alla faccia della cultura giapponese ci abbracciavano continuamente e non volevano partire nonostante fino all’ultimo qualcuno storpiasse il loro nome in modo pittoresco
- Le lacrime di molti altri
Per questa fiera matta, una vera “fiera” faticosissima, calda, ma calda in tutti i sensi, anche in quello umano, che ci ha permesso di esprimere quell’equosolidarietà concreta che “l’importante è vendere” spesso seppellisce sotto fatture e conti-cassa.

Poi c’è Tuttounaltrocorso, ma di questo vi parleremo “domani”